martedì 1 marzo 2016

Istruzione digitale nel reale: PNSD



Istruzione digitale nel reale: PNSD


Lo scenario al quale assistiamo oggi nel mondo dell’istruzione, è un’evoluzione alla quale molti adulti che hanno finito la scuola dell’obbligo anche solo 15/20 anni fa, non avrebbero mai potuto pensare ai loro tempi.
Il cambiamento è avvenuto ad opera dell’attuazione del PNSD, acronimo del documento ministeriale Piano Nazionale Scuola Digitale, incentrato sull’ innovazione del sistema scolastico e sull’ educazione digitale,concretamente attivato attraverso azioni che si concentrano in quattro macro ambiti: strumenti, competenze; formazione e accompagnamento.

La sfida ha avuto  inizio tra il 2007 e il 2008, in conseguenza alla presa di coscienza che la scuola, in quanto stakeholder di informazione e di innovazione, doveva compiere un processo di ammodernamento nel mondo dell’era digitale. Si partì con “l’Azione LIM” consistente nella diffusione capillare della Lavagna Interattiva Mutimediale e con il progetto “Azione Cl@ssi2.0“,caratterizzato dallo slogan “non più la classe in laboratorio, ma il laboratorio in classe”. Si diede così avvio alla serie di attività programmatiche del PNSD, finanziate anche attraverso risorse stanziate a livello europeo, attraverso la Programmazione Operativa Nazionale (PON Istruzione) 2007-2013. Stando alle stime effettuate, lo stanziamento di un miliardo di Euro dovrebbe portare avanti le azioni previste a livello nazionale dal Piano pluriennale, non soltanto dotando le strutture scolastiche di proiettori interattivi, di Lim o della rete cablata, ma anche accompagnando tutti coloro che interagiscono con l’istruzione digitale nella formazione di competenze atte al fruirne.
Al fine di capovolgere la concezione digitale che vigeva nella scuola italiana, in un primo momento, si sono investiti capitali nell’adeguamento di strumenti e competenze informatiche nelle varie strutture scolastiche ed in seguito sono state attivati i progetti pilota del PNSD.

Grazie alla legge pilastro del Piano, legge 107/2015 detta anche La Buona Scuola, si è creata una struttura ossea degli steps che concretamente sono stati fatti e condurranno la scuola italiana nel viaggio verso la totale modernizzazione amministrativa e formativa.
Proprio in quest’ottica viene quindi intesa la nuova istituzione educativa, rendendo la scuola un ambiente reale e virtuale accessibile in qualsiasi momento a tutti i suoi agenti interni e collaterali. Docenti e genitori, vengono chiamati a cimentarsi in quelle che sono le operazioni burocratico-amministrative, passate da cartaceo a digitale. Per contro, i discenti, ormai facenti parte della generazione dei nativi digitali,usufruiscono del pacchetto formativo che da sempre ha contraddistinto l’istruzione italiana, avvalendosi in modo proprio del web e dell’offerta educativa online.

Ci vuole una mediatore o una guida???
Estrema importanza ricopre l’Animatore Digitale(AD), una figura rigorosamente interna alla struttura scolastica ed univoca per ogni istituto, in ragione del fatto che egli deve rapportarsi ai colleghi, all’ambito educativo-formativo ed ovviamente a genitori e studenti, realizzando alcune azioni basilari per l’informatizzazione scolare. Tra esse vanno ricordate: la formazione interna della comunità scolastica ( questa intesa come tutti coloro che interagiscono con il sistema educativo nazionale) ;il coinvolgimento della stessa ,volto a  favorire la partecipazione e la realizzazione di una cultura digitale condivisa; ed infine la creazione di soluzioni innovative metodologicamente e tecnologicamente  sostenibili.

No critiche no PNSD
Polemiche e perplessità echeggiano da parte del pubblico di utenti e di osservatori , che riscontra forti dubbi sulle ingenti somme impegnate nel progetto, a fronte di infrastrutture scolastiche che non sempre sono decorose e sicure, tanto meno attrezzate per essere coinvolte dal PNSD. Altro grande quid restano le tempistiche di realizzazione della digitalizzazione scolastica.
Permane il fatto che il Piano Nazionale Scuola Digitale è ormai un obbiettivo concretamente realizzabile e che, con più o meno difficoltà, andrà perseguito se si vuole restare al passo con i tempi e vivendo nel mondo della tecnologia imperante.